Alessandra Petrucci

Candidata Rettrice per l'Università degli Studi di Firenze Disegniamo il Futuro

Un percorso per UNIFI

Focus sull'area biomedica

Dobbiamo considerare il ruolo significativo dell’area biomedica sia nella sua componente sanitaria sia in quella biotecnologica e la sua collocazione strategica nell’Ateneo fiorentino. In particolare, per quanto riguarda l’area sanitaria si deve sottolineare il suo rapporto con Firenze ed il suo territorio (ma anche il contesto nazionale di riferimento per le due Aziende Ospedaliere Universitarie AOU),  ricordando anzitutto il prezioso contributo che docenti e non docenti che appartengono alle due Aziende hanno dato e danno per rispondere ai bisogni di salute dei cittadini e per fare fronte alla pandemia da COVID-19.

Come noto, l’area medico-sanitaria rappresenta nelle maggiori università del mondo (Harvard, Oxford, Cambridge, ecc.) un’importante risorsa di sviluppo scientifico-tecnologico e un motore di sviluppo anche economico di tutta l’area di riferimento.

Negli ultimi anni i modelli di “domanda di salute” sono cambiati e lo sviluppo delle conoscenze e delle tecnologie hanno reso molto più rilevante e competitiva la ricerca in ambito biomedico.

In parallelo, anche i modelli organizzativi e gestionali che regolano le attuali Aziende Ospedaliere Universitarie Careggi e Meyer hanno subito cambiamenti che devono tener di conto del corretto rapporto  tra  gli  aspetti  clinico-ospedalieri  e il ruolo formativo e scientifico che l’Università svolge attraverso la Scuola di Scienze della Salute Umana e i Dipartimenti di area biomedica.

In questo senso sembra importante che l’Ateneo mantenga ed accresca il ruolo di interlocutore privilegiato con le Aziende stesse e la Regione, soggetto centrale nella gestione della sanità.

Da queste sintetiche riflessioni scaturiscono alcune linee generali che devono guidare le scelte politiche e strategiche dei prossimi anni da parte dell’Ateneo:

  • riconoscimento da parte del SSN del valore del patrimonio professionale universitario di medici e personale sanitario, tecnico e amministrativo così come il fatto che è l’Università a rilasciare tutti i titoli a valore legale necessari per lo svolgimento delle attività in ambito sanitario (Medici, Specialisti e Professioni Sanitarie).
  • consapevolezza del ruolo dell’Ateneo di concorrere con le AOU in termini di gestione e di finanziamento per essere funzionale a ricerca, didattica ed assistenza.
  • condivisione del concetto di indissolubilità tra Didattica, Ricerca e Assistenza nella formazione delle nuove figure professionali sia nelle lauree triennali, sia nelle lauree magistrali, sia, infine, nel post-laurea.
  • progettualità a lungo termine e di ampio respiro per soddisfare le attuali e future esigenze strutturali e strumentali individuando correttamente le priorità in piena collaborazione con i Dipartimenti.
  • rivisitazione della missione didattica, scientifica e clinica, che risponda ai moderni bisogni di formazione, salute, produttività scientifica.
  • impegno nel reperimento delle risorse, in sinergia tra Ateneo, Azienda, Regione, Governo, anche contando sui fondi speciali per le infrastrutture e il rimodernamento dei parchi strumentali nell’ambito del programma di rilancio o anche perseguendo le grosse progettualità internazionali.

Alcuni interventi si possono mettere in campo sin da subito. Con il coinvolgimento attivo della Scuola, bisognerà difatti affrontare rapidamente il tema dei rapporti convenzionali con le aziende Careggi e Meyer, attraverso l’aggiornamento e l’adeguamento dei relativi protocolli d’intesa. Sarà quindi necessario monitorare, attraverso una cabina di regia congiunta e stabile tra Ateneo e interlocutore regionale, l’adempimento dei compiti concordati e la funzionalità degli accordi presi. In tale ottica, atteso l’unicum inscindibile tra le funzioni didattiche, di ricerca e clinico-assistenziali della Scuola di Scienze della Salute Umana, sarà necessario rendere unitarie queste attività attraverso intese che siano ben distinte rispetto ai consueti rapporti convenzionali che l’Ente regionale intrattiene con le Aziende a vocazione puramente ospedaliera, anche grazie a un’interpretazione saggia e flessibile della legislazione in materia.

Ritengo che l’attività clinico-assistenziale debba essere accessibile a tutti i Docenti e Ricercatori afferenti alle aree cliniche della Scuola magari “parametrando” il peso orario dedicato all’assistenza in base alla figura coinvolta e alle sue competenze (ad esempio si può valutare di assegnare un peso orario minore per specializzandi, RTD A e RTD B nelle fasi di maggior crescita professionale e scientifica, o attivare progetti-obiettivo, piuttosto che impegni orari predefiniti, per i colleghi più anziani).

Dobbiamo inoltre curare e valorizzare le nostre eccellenze nel campo medico e biomedico.

A questo scopo si potrebbe valutare la proposta di un centro di biotecnologie avanzate che operi nel campo della biologia molecolare e delle biotecnologie avanzate applicate alla salute dell’uomo. Per raggiungere livelli qualitativi sempre più alti si dovranno anche potenziare infrastrutture di valenza interdipartimentale come centri di calcolo e data warehouse, di imaging, di analisi omiche, di biomateriali e nanotecnologie, ecc.

Per quanto riguarda i processi assistenziali ritengo che occorra considerare e valorizzare la dimensione specialistica che l’istituzione universitaria può favorire, in accordo con le vocazioni delle due Aziende nell’ambito del SSN. In questa direzione vanno consolidati e rafforzati i rapporti con l’Azienda Toscana Centro, in cui specialisti universitari già sono presenti; per la posizione ed il ruolo di questa Azienda c’è interesse reciproco a moltiplicare le relazioni e le intersezioni positive, in un contesto di programmazione regionale.

Ovviamente, un obiettivo prioritario dovrà essere la formazione degli studenti attraverso la rivalutazione dell’offerta formativa, anche alla luce delle attività lavorative che le future professionalità della salute saranno chiamate a svolgere.

Difatti per i Corsi di laurea di Medicina o di Odontoiatria aumenta la richiesta di contenuti formativi tecnologici e transdisciplinari, per costruire meglio l’attività futura di un professionista che dovrà cimentarsi con le nuove terapie cellulari, gli organi artificiali, protesi sempre più avanzate tecnologicamente. Nello stesso tempo cresce l’esigenza di una formazione medica che insegni a porre il singolo paziente sempre più al centro di una gestione clinica personalizzata.  Potremmo istituire Corsi adeguati alle nuove forme e aspetti dell’assistenza sanitaria (cure integra-te, assistenza domiciliare, farmacia dei servizi, case della salute, telemedicina, eHealth, mHealth, uso di big data). E potrà essere utile sperimentare percorsi formativi orientati verso la formazione di un professionista della salute a maggior vocazione di ricerca scientifica.

Altro punto nodale è quello delle Scuole di Specializzazione, per le  quali l’Ateneo dovrà forni re alla Scuola di Scienze della Salute Umana un sostegno, non solo per assicurare il rispetto dei requisiti minimi di docenti, aspetto su cui è stata posta finora una grande attenzione, ma anche nel gestire l’integrazione con le altre realtà che concorrono alla rete formativa. È inoltre scontata la necessità che UNIFI, in concerto con gli altri Atenei, le Regioni, i Ministeri (Salute e Università e Ricerca) ponga in essere azioni per ottenere un aumento delle borse di specializzazione parametrata ai reali fabbisogni di salute del Paese.

Da non sottovalutare, infine, l’ipotesi di formalizzare e rendere più concreta la sinergia tra gli Atenei regionali dotati di una Scuola di Medicina attraverso un gruppo di lavoro interuniversitario avente l’obiettivo di favorire condivisioni o scambi (anche temporanei) di percorsi formativi, ovvero di realizzare eventuali scambi (anche temporanei) di docenti e ricercatori.

 In definitiva, si tratta di azioni che riguardano l’Ateneo per la dimensione ed il ruolo dell’area biomedica al suo interno, azioni che consolidino e rafforzino i rapporti tra i Dipartimenti dell’area sia con le AOU sia con la Regione.  

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